ALCUNE POESIE DI CHRISTOPH FRIEDRICH HEINLE – traduzione e nota biografica di Moritz Basilico

ALCUNE POESIE DI CHRISTOPH FRIEDRICH HEINLE – traduzione e nota biografica di Moritz Basilico

4 Giugno 2021 Off di Francesco Biagi

[Anticipiamo la pubblicazione di alcune poesie di Christoph Friedrich Heinle tradotte da Moritz Basilico che usciranno nel n. 5/2021 di Altraparola, di prossima stampa]

 

Portrait

 

Dal giallo lino sale abbrunito e chiaro

Il collo fino, dritto. Ma ben sapendo

Il forte arreso scende rovente diade

In belle volte su voluttà sinuosa.

Come un grappolo scuro spicca sul petto

Mosso la diade labiale appena

Prima d’una maturità repentina.

 

Portrait

 

Aus gelben Linnen steigt gebräunt und klar

Der schmale Hals grad. Aber sehr bewußt

Verschenkter Feste sinkt versengtes Paar

In schönen Bogen zu geschweifter Lust.

Wie dunkle Trauben springt der Lippen Paar

Vor jäher Reife zu bewegter Brust.

 

***

 

Viene il giorno da un sogno opaco, libero,

A una fine amenità, come clangore

Che si tiene già inaudibile, e ci preme

Dolcemente nell’albore versicolore

Mentre piangiamo la morte di notti

ove tra alberi in acciaio vetrato

la città, incoronata, si fa vetta

D’immani faville e bastioni in fiamme.

Dormiamo a lungo sin dentro al tramonto

E infino ai flutti più freschi riusciamo

Il corpo affonda e consolato chiama

In mite giuoco e morte di lievi onde.

 

Es steigt der Tag aus wirrem Traum, befreit,

Zu schlanker Zier gleich angeschlagnem Ton,

Der sich erhält, dem Ohr verloren schon,

Und lehnt uns sü. in bunte Helligkeit

Indes wir trauern um der Nächte Tod,

wo zwischen Bäumen in verglastem Stahl

die Stadt, gekrönt, Funken sonder Zahl

Und flammender Basteien Gipfel bot.

Wir schlafen lang ins tiefe Abendrot

Und gehen aus bis in die kühlste Flut

Der Leib versinkt und nun getröstet ruft

In leichter Wellen mildem Spiel und Tod.

 

***

 

Tra notte e giorno

 

Scialbamente infusi vanno grigi toni

Come cortine spumanti al vento. Viene

Un fumo deviato da un lontano incendio

Ed è come smarrita tutta la vita.

Solo a volte tu odi da valli lontane

Ricader nella quiete come l’eco d’un tuono

E a volte geme come fuori d’un grave

Sogno – sondano i tuoi occhi in ogni dove.

 

Zwischen Nacht und Tag

 

Oft fahl durchschimmert graue Töne gehen

Wie Schleier, die geschäumt im Winde wehen.

Es riecht wie Rauch, aus fernem Brand entführt.

Und alles Leben ist wie weit verirrt.

Nur manchmal hörst du’s wie ein Donnerhallen

Aus fernen Tälern in die Stille fallen,

Und manchmal stöhnt es wie aus schwerem Traum –

Groß suchen deine Augen durch den Raum.

 

***

 

Nostalgia appagata

 

»Scolora la notte e si tace l’ombra«

Zitto cuore, non dir che il giorno sale!

»Intorno un balenio, forse il fluttuare

D’un lago, lievi profumi ‘me d’una tenue

Pena scorrono -« Io mi voglio celare,

Perché nulla m’intuisca, perché

Solo il vento spiri nella mia quiete,

Solo pioggia fluisca alla finestra,

E dentro l’uggia di mia sorella!

 

Erfüllte Sehnsucht

 

»Die Nacht wird farblos und der Schatten schweigt.«

Still Herz, sag niemand daß der Morgen steigt!

»Ein Flimmern rings, als wogte dort ein See,

Sacht fließen Düfte wie von zartem Weh -«

Ich will mich bergen, daß mich nichts errät

Daß nur der Wind in meine Stille weht,

Daß nur der Regen an mein Fenster rinnt,

Drin all die Seufzer meiner Schwester sind!

 

***

 

Di mele spumapurpuree

Il giallo fogliame

Sparse il frutto

Ovunque.

 

Purpurschäumender Äpfel

Gelbes Laub

Trug die Frucht

Überall.

 

***

 

Quando mi desto a giorno

Come in uno specchio di luce

La mano s’induce tastando

A sentire il mio viso.

Quando mi desto a notte

Ombra non svela la mano

Specchio s’incrina.

 

Wenn ich tags aufwache

Wie in einem Spiegel von Licht

Tasten meine Hände

Zu fühlen mein Gesicht.

Wenn ich nachts aufwache

Verraten nicht schatten meine Hände

Spiegel zerbricht.

 

(TRADUZIONE DI MORITZ BASILICO)

 

Breve cronaca biografica

 

1894         Il primo di marzo nasce Christoph Friedrich Heinle a Mayen in una famiglia protestante.

1906         Il padre Friedrich Heinle, impiegato, viene trasferito ad Aquisgrana e promosso a commissario statale della Handwerkskammer. La famiglia si stabilisce in città e Christoph vi frequenterà, sino al 1912, il ginnasio.

1912         Muore Friedrich Heinle. Importante in questo periodo è l’adesione di Christoph al movimento giovanile dei Wandervögel, concepito dal pedagogo e letterato Gustav Wyneken. Si tratta di un movimento ispirato all’idea romantica della giovinezza come forma di vita, la quale può ragionevolmente essere assunta come motivo dominante della breve vita e della poetica di Heinle.
In questo stesso anno il poeta si trasferisce a Gottinga, dove studierà sino a marzo dell’anno successivo, filologia tedesca all’università. Qui pubblica quattro poesie dal sapore precoce, tra cui Erfüllte Sehnsucht.

1913         Pubblica nella rivista giovanile Der Anfang il breve saggio intitolato Meine Klasse (La mia classe), che testimonia dei primi tentativi definitori d’una metafisica della gioventù. Vi si adombra l’intuizione d’una lotta di classe generazionale, regolata da un’educazione concepita per l’inibizione e il superamento della giovinezza; e, questo pare qui rilevante, tale interdizione vi appare esercitata mediante procedimenti di perversione espressiva, linguistica: “Del secolo del fanciullo è rimasta essenzialmente la vacua parola. Indifferente s’aggira a casa e a scuola la vecchia economia. Attraverso l’eloquio negligente di balie e donne di servizio l’organo espressivo del fanciullo è precocemente rovinato.” L’intera opera poetica di Heinle potrà essere intesa come un tentativo di riabilitazione musicale di quell’organo.
Nello stesso anno Heinle pubblica in un’antologia poetica, la poesia Tannenwald im Schnee, la quale tradisce influenze già espressionistiche e gli sviluppi futuri in direzione d’una poesia orientata all’esplorazione del potenziale acustico della lingua tedesca.
Ad aprile si trasferisce all’università di Friburgo, centro di importanti movimenti giovanili, ispirati all’idea della Jugendkultur di Wyneken, dove Heinle stringe l’amicizia, sentimentalmente profonda e politicamente decisiva, con Walter Benjamin. I due sono ai vertici della pur provinciale Jugendkulturbewegung di Friburgo, per trasferirsi poi, su iniziativa di Benjamin, all’università di Berlino per il semestre invernale. Qui si impegneranno nella Freie Studentenschaft, di cui Benjamin diverrà presidente nel febbraio successivo e Heinle segretario.
Decisiva è la loro partecipazione al circolo della rivista espressionista Die Aktion, nel quale si consumano gli attriti intestini del movimento e Heinle intuisce un potenziale approdo letterario nella capitale. Ma la crescente tensione sociale nella Berlino dell’anteguerra si rifletterà anche sul movimento, nel quale si delineano ora inclinazioni alla “maturità politica”, a interazioni programmatiche con il Partito Socialdemocratico e con la gioventù operaia, e a un generale attivismo politico.

1914         Scoppia la guerra. L’8 agosto Christoph Heinle e la fidanzata Riecke Seligson vengono trovati morti nella stanza del poeta satura di gas. Il 10 agosto un giornale locale scrive che, a giudicare da una nota lasciata a un amico, i due fossero stati condotti alla morte da una romantica pena amorosa. Tra gli amici fu subito chiaro che si trattasse invece di un atto di protesta contro la guerra; e senza dubbio anche le controversie interne al movimento studentesco avevano significativamente interagito con lo stato d’animo di Heinle. Nondimeno, un’intuizione profonda di quel gesto si troverà in una lettera inviata a Benjamin da una delle sorelle della Seligson, la quale scrive il 23 agosto: «vi sono solo due età della vita: gioventù e morte».
La parte dell’opera poetica di Heinle conservata da Benjamin è andata in gran parte perduta insieme alla valigia che il filosofo portava con sé durante la sua fuga dai nazisti nel 1940. Ci sono pervenute le opere conservate in carteggi e quaderni degli amici Herbert Blumenthal – il quale sosteneva che le poesie a sua disposizione fossero copie di quelle possedute da Benjamin –, Philipp Keller, Ernst Schoen e Ludwig Strauß.